La “nostra” prima festa
24 Luglio 2022. Difficile descrivere a parole quello che ho provato ieri. Con le parole non si riescono a descrivere emozioni e sensazioni provate, certe cose vanno vissute. Chi era presente probabilmente ha sentito e recepito il messaggio che assieme alla mia famiglia tramite il pane stiamo portando ormai da molto tempo, come ognuno di noi il messaggio è un messaggio in evoluzione, in movimento. è un semplice messaggio d’amore verso ciò che siamo, ciò che ci circonda e il pianeta che ci ospita, esseri viventi tutti compresi. Chi era presente ieri ha sentito tutto questo ne sono certo. c’è chi durante il percorso fra i covoni si è commosso. un momento molto prezioso che porto con me.
Questa festa non era soltanto la nostra festa ma era la festa degli amici delle oasi messicole. il gruppo capitanato da Marco Rivalta che tramite il recupero delle messicole (piante che crescono\crescevano nei campi assieme al grano) cerca di recuperare un pezzo della biodiversità ormai persa causa l’avvento degli erbicidi e della coltivazione intensiva dei cereali.
Ovviamente siccome trovo questo progetto molto in linea al percorso che stiamo facendo con Nel Nome Del Pane stiamo dando anche noi il nostro contributo come oasi messicola e come già sapete abbiamo seminato il mix di erbe donatoci appunto dagli amici delle oasi messicole in uno dei nostri campi di grano.
Questa festa\iniziativa è nata con lo scopo di incontrasrsi conoscersi e raccontare alle persone presenti cosa stiamo facendo con questo gruppo e soprattutto perché abbiamo deciso di iniziare a recuperare le messicole. é una cosa estremamente controcorrente soprattutto se consideriamo che nell’agricoltura convenzionale (credo almeno il 90% dell’agricoltura in italia) queste erbe sono considerate infestanti. da un centinaio di anni la ricerca agricola ha lottato e continua a lottare contro queste piante generando ogni anno evoluzioni di prodotti erbicidi che cercano di fermare l’adattamento e la resistenza di queste piante alla vita. senza ovviamente considerare minimamente le conseguenze.
Perchè Festa dei covoni?
Abbiamo allestito una stradina di campagna nel nostro terreno molto vicino all’aia di casa con due file a bordo strada di circa una 30 di covoni di grano, per chi non è pratico i covoni sono come grandi mazzi di fiori fatti però da spighe di grano, i covoni erano tutti di diverse varietà e essendo tutti di grani antichi quindi alti sembravano degli esseri viventi come persone in piedi a bordo strada ognuna con le sue caratteristiche ben definiti con spighe grandi con la resta senza resta con sfumature rosse oppure scure, c’erano spighe molto lunghe altre molto tozze insomma una varietà spettacolare.
Questo allestimento è stato presentato dall’agronomo esperto del settore Tellarini Stefano che ha dedicato parte della sua vita alla ricerca e lo studio di questi grani, (libro Grani e Genti) durante il percorso Stefano ha raccontato scorci di vita contadina di un secolo fa andando ad arricchire e contestualizzare la storia di questi grani.
In mezzo ai covoni
Fra ogni covone è stata messa la fotografia di una “pianta” messicola proprio per raccontare che in mezzo al grano cresceva altro e se cresceva altro sicuramente c’era un senso, madre natura non fa mai nulla per sbaglio o per caso. L’approfondimento sulle messicole è stato condotto da Marco Rivalta il vero motore del gruppo “amici delle Messicole”, Marco ha parlato appunto del perchè queste piante crescevano fra il grano e anche del perché oggi non esistono quasi più, portando poi l’attenzione sull’importanza del recupero e della salvaguardia di queste piantine. Sono stati presentati anche i covoni delle aziende agricole che hanno deciso di aderire al progetto e creare una piccola oasi messicola fra il loro grano, ognuno ha raccontato la propria esperienza, un bel momento di condivisione.
Trebbiatura con falce e ferra
Dopo il percorso fra i covoni ci siamo spostati nel campo dove avevo appositamente lasciato un appezzamento di grano non trebbiato per fare una piccola dimostrazione di come veniva raccolto il grano. Qui sono entrati in scena Giambardo e Silvia due persone che nella loro vita hanno visto e vissuto il passaggio della mietitura a mano alla mietiture con le moderne mietitrebbie, un passaggio epocale realizzato soltanto in circa 50/60 anni. Le storie di queste persone mi colpiscono sempre, è un piacere e un onore ascoltarli, dal parlato dialettale condito da accento romagnolo al contenuto dei racconti, un mare di emozioni coinvolgenti.
Abbiamo fatto qualche covone che poi abbiamo portato nell’aia e poi più tardi abbiamo fatto la battitura con la “zercia”, un attrezzo semplicissimo fatto da due bastoni di legno legati con una piccola corda che serviva per battere il grano e separare quindi la granella da tutte le altre parti della spiga. Noi siamo divertiti, probabilmente una volta era anche molto faticoso e delicato perché da questi lavori dipendeva la possibilità di sfamare una famiglia intera. Raccontava però Giambardo di come gli uomini che sfalciavano il grano in fila uno a fianco all’altro trovavano il modo di parlare e di divertirsi per rendere la fatica meno pesante.
Festa nell’aia
La festa è proseguita nell’aia del podere dove abbiamo preparato bruschette per tutti, ovviamente con il nostro pane fatto con le farine del grano dei nostri campi. altri amici del gruppo delle oasi hanno portato i prodotti delle loro aziende, Lotti il vino, Alessandro il sambuchino (una bevanda fatta con i fiori di sambuco) I Piccoli i pomodorini da mettere sulle bruschette e i meloni, Michele le pesche. Abbiamo raccolto offerte per i progetti futuri del gruppo delle oasi e abbiamo condiviso cibo e esperienze con i partecipanti.
Abbiamo avuto un piccolo gruppo di ballerini Folk e lo Zio Vanni che ha fatto un piccolo intrattenimento musicale stile karaoke molto apprezzato dai più piccoli.
Chi ci sostiene ?
Alla fine della festa mi sono preso qualche minuto per ascoltarmi e rileggere le emozioni della giornata, è stato evidente come il gruppo delle oasi abbia una grande capacità di generare, organizzare un evento non è mai semplice, sopratutto non è mai scontato che tutto riesca al meglio, in questo caso è stato tutto perfetto, sono arrivate le persone giuste, quelle che dovevano arrivare, le ringrazio una ad una, eravate in tanti oltre alle nostre aspettative nonostante il caldo di quei giorni.
Ho capito come molto probabilmente c’è qualche forza ancora da scoprire e riconoscere che sostiene il gruppo che ha reso possibile questo molto probabilmente questa forza che ci sostiene è la stessa forza che stiamo cercando di proteggere, di aiutare, di riportare alla luce dandogli la giusta importanza e rispetto, la forza delle Messicole e del grano, che poi è la forza della natura.
Un ringraziamento speciale alla mia famiglia tutta compresa che chi ha lavorato per rendere il posto accogliente, chi ha bruschettato il pane nonostante le temperature, c’è chi ripulisce, mette in ordine ecc…insomma oltre a madre natura ci sono tante persone che mi sostengono e che aiutano a rendere il nostro sogno una realtà.
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